2006/11/22

"Mamma, sono Mark Bingham"

di Hammer. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

La telefonata del passeggero Mark Bingham del volo United 93 a sua madre ha scatenato la fantasia dei complottisti. "Mamma, sono Mark Bingham" ("Mom, this is Mark Bingham", in originale), disse l'uomo quando la madre rispose al telefono, e questa frase nasconde, secondo alcuni, qualcosa di strano.

Il professore di filosofia James Fetzer sostiene infatti che nessuno si identificherebbe alla propria madre con nome e cognome. La telefonata di Mark Bingham è quindi, secondo il filosofo, un falso malfatto per nascondere il complotto.

Sarebbe anzitutto interessante chiedere a Fetzer se davvero crede che chi organizza un complotto di queste dimensioni inciampi su ingenuità così puerili; ma fortunatamente, grazie all'indagine del sito 911myths.com, possiamo fare un po' di luce su questa telefonata apparentemente misteriosa.

Fetzer si stupisce, eppure la prima a non stupirsi è proprio la madre di Mark Bingham: la signora Alice Hoglan. Da una dichiarazione della signora Hoglan a "The Flight That Fought Back", un documentario di Discovery Channel, si apprende infatti che Mark Bingham talvolta esordiva così nelle comunicazioni telefoniche.

Mark era infatti un giovane e rampante businessman abituato alle comunicazioni di lavoro dal tono formale. Per via di questa consuetudine, talvolta gli veniva istintivo presentarsi con il nome completo anche nelle conversazioni private.

Inoltre, da quanto apprendiamo dal libro "Among the Heroes" di Jere Longman, Bingham si chiamava originariamente Gerald Kendall, soprannominato Kerry tra amici e parenti, e cambiò il suo nome in Mark all'età di dieci anni. Riporta infatti il libro:

In the spring of 1980, when Mark was again hopscotching from school to school, this time as a fourth-grader in Redlands, California, he made a decision that kids seldom get to make. He named himself. He had been born Gerald Kendall Bingham, and his mother did not want to call him Jerry, his father's name, so she massaged his middle name and came up with Kerry. Except that other kids kept teasing him that Kerry was a girl's name. As mother and son walked to school for the first time in Redlands, having moved there the day before, Alice told him, "Kerry, you're going to a brand-new school, no one knows you here. If you want to change your name, now is the time."As Alice remembered it, he looked at her and said, "Okay, I'll be Mark"."

E' quindi anche lecito ritenere che abbia specificato il proprio cognome per evitare fraintendimenti sulla propria identità, magari temendo di non essere immediatamente riconosciuto presentandosi solo come "Mark".

La madre di Bingham dice che è tutto nella norma.

James Fetzer dice che c'è qualcosa di oscuro.

Scegliete voi chi dei due sia più adatto a giudicare il comportamento di Mark Bingham.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma secondo voi in un momento così, ponendo che il ragazzo in questione fosse anche abituato a usare nome e cognome, si presente al telefono così? Ma finiamola dai..capisco smontare certe teorie ad ogni costo, ma questa ve la potevate risparmiare!

Anonimo ha detto...

il termine complottista indica chi fa il complotto.cerchiamo di usare le parole in modo appropiato.se ci sono delle persone che vogliono vederci chiaro non è giusto etichettarli come complottisti,altrimenti devo pensare che non viviamo in un paese democratico.

Paolo Attivissimo ha detto...

fabri79ge, in quanti dirottamenti sei stato coinvolto? Che competenza hai per giudicare quante cose folli e apparentemente senza senso si fanno in un momento del genere? Scommetto che non hai nemmeno mai telefonato da un aereo in volo.

E' molto, molto comodo starsene in poltrona a pontificare su come ci si dovrebbe comportare e da quel pontificare trarre le conclusioni che piu' ti pare.

Ti e' mai passato per la mente che magari, sapendo che era forse la sua unica speranza di parlare con la madre, abbia voluto essere sicuro che la madre lo riconoscesse? T'è mai capitato di non riconoscere la voce di qualcuno al cellulare? Be', io che ho provato a telefonare dagli aerei, col baccano che c'è in qualsiasi cabina, ti assicuro che fai fatica.

Anche tu potevi risparmiarti le critiche ai morti. Perché quand'anche tu scartassi questa telefonata, che mi dici di tutte le altre? Anche quelle tutte finte? E magari finti anche i morti? Glielo vai a dire tu, ai familiari, che è tutta una grossa balla e che i loro cari non ssono morti ma sono a spassarsela alle Bahamas?

No, non credo che ne avresti il coraggio.


fede:

>il termine complottista indica chi fa il complotto.cerchiamo di usare le parole in modo appropiato.se ci sono delle persone che vogliono vederci chiaro non è giusto etichettarli come complottisti,altrimenti devo pensare che non viviamo in un paese democratico.

Democratico forse no, ma pieno di gente che farebbe bene a sfogliare un dizionario prima di aprir bocca si': la parolina che ti sfugge in questo momento è "cospiraTORE". Chi che ordisce una cospirazione si chiama cosi'. Almeno cosi' dice la mia Garzanti. Forse in casa dei complottisti la CIA ha surrettiziamente depositato un vocabolario alterato? Iniettato nell'aria un farmaco che provoca la dislessia?

Giusto per completezza: "Complottista" è colui che _crede_ che dietro ogni evento ci sia una misteriosa cospirazione. Non è colui che _fa_ la cospirazione.

Certo che ci vuole un bel coraggio a pensare che possiate trovare la "Verità" dell'11/9 quando non sapete neppure trovare le parole in un dizionario.

Anonimo ha detto...

la parola cospiratore la conosco bene,e senza bisogno di usare il dizionario.ma la parola complottista la trovo semplicemente di cattivo gusto,quello che volevo dire nel mio intervento di prima e che queste etichette mi sembrano create apposta per creare paura nelle persone di esprimere la loro opinione.

Paolo Attivissimo ha detto...

>la parola cospiratore la conosco bene,e senza bisogno di usare il dizionario.

mi fa piacere, ma non c'entra nulla con la tua affermazione "il termine complottista indica chi fa il complotto".

>ma la parola complottista la trovo semplicemente di cattivo gusto,

Davvero? Prova a discutere con i complottisti, per esempio con l'allegra brigata di Luogocomune, e amplierai la tua definizione di "cattivo gusto". Hanno saputo insultare, dare dell'incompetente ed espellere un pilota di linea Alitalia che ha osato -- che scellerato! -- spiegare loro come funziona _realmente_ un transponder.

Finché i complottisti insulteranno chiunque cerchi di farli ragionare anche su argomenti che dovrebbero essere assolutamente indiscutibili come il numero di piani del WTC (è successo anche questo), allora i complottisti si beccheranno il titolo di complottisti. Il giorno che si comporteranno civilmente e faranno qualcosa di concreto invece di sputare sentenze, saranno ricercatori.

Leggiti questo mio articolo, ti chiarirà cosa s'intende per complottista e per ricercatore.

>quello che volevo dire nel mio intervento di prima e che queste etichette mi sembrano create apposta per creare paura nelle persone di esprimere la loro opinione.

mentre "scagnozzo della CIA", "leccapiedi di Bush", "servo dei servi", "decerebrato" e altri termini più coloriti rivoltimi dai complottisti sono un inno alla tolleranza e alla libertà d'espressione?

Guarda, Fede, se c'è qualcuno che non sopporta le opinioni altrui, quelli sono i complottisti. Va' a leggere come trattano chi non la pensa come loro, poi ne riparliamo.

Qui non abbiamo paura delle opinioni contrarie. Basta che siano documentate e non siano fantasie indimostrabili o addirittura negate dai fatti assodati.

Anonimo ha detto...

mi sembra giusto,ma che approccio scientifico segui per trovare le tue informazioni?ti rechi spesso negli stati uniti per confrontarti con altri ricercatori?oppure la tua fonte di materiale e internet e libri riviste in generale?

Paolo Attivissimo ha detto...

>che approccio scientifico segui per trovare le tue informazioni?ti rechi spesso negli stati uniti per confrontarti con altri ricercatori?oppure la tua fonte di materiale e internet e libri riviste in generale?

Questo equivale a chiedere agli storici se usano mai la macchina del tempo. O agli astronomi se usano mai un'astronave.

No, non ci sono andato (non mi paga nessuno), almeno finora, e a parte alcuni dettagli ha poco senso andarci: ormai le tracce sul posto non esistono più. Esistono i reperti, le testimonianze, gli studi degli esperti (non dei teologi o degli esperti di acqua potabile), i processi guidiziari, le inchieste dei giornalisti, le indagini degli ingegneri e architetti di tutto il mondo, i rapporti degli esperti d'aviazione, i filmati, le foto... Basta rivolgersi agli esperti e agli archivi pubblici e c'è tutto quello che serve.

Ci sono fior di chimici, piloti, ingegneri, architetti, esperti di demolizioni controllate, controllori di volo, periti e altri esperti ancora che possono confermare la solidità della versione non complottista. Niente aerei fantasma, niente torri demolite.

I complottisti chi hanno? _Nessuno_. I vari "professori" che presentano sono competenti in teologia (Griffin), filosofia (Fetzer), fisica delle particelle (Jones), acque potabili (Ryan)... gli altri sono insegnanti di storia dell'arte o letterature, che di edifici o aerei ci capiscono meno di niente (a giudicare dalle castronerie che dicono e che qualunque pilota ti può confermare).

Questo è il mio metodo. Quando voglio sapere se una casa sta in piedi, lo chiedo a uno strutturista. Quando ho bisogno di sapere perché mi fa male un dente, vado da un dentista. Mi rivoglio agli esperti nelle materie pertinenti all'indagine. E gli esperti, _tutti_, dicono che le ipotesi complottiste sono panzane.

Ci sono altri aspetti poco chiari, ma non sono le fantasie da fumetto presentate fin qui dai complottisti. Quando finiranno di blaterare, ci sarà tempo di parlarne.

Anonimo ha detto...

e invece sarebbe il momento di parlarne adesso altrimenti questo blog sembra solo l,elenco di confutazioni di un eventuale complotto.mi sono letto tutti i vari passaggi,visto le fotografie.ma non vi e traccia di un opinione dell,autore.qualcuno deve aver aiutato questi dirottatori,oppure l,autore crede alla versione romantica che ci viene continuamente propinata.

Paolo Attivissimo ha detto...

>e invece sarebbe il momento di parlarne adesso altrimenti questo blog sembra solo l,elenco di confutazioni di un eventuale complotto.

Infatti per ora è questo il suo scopo. Non si appendono i quadri in una casa nuova prima di aver tolto i calcinacci dal pavimento.

>mi sono letto tutti i vari passaggi,visto le fotografie.ma non vi e traccia di un opinione dell,autore.

Infatti qui non si lavora sulle opinioni, ma sui fatti. Le dimensioni del buco al Pentagono sono un fatto e smentiscono le teorie complottiste. Le opinioni, a mio avviso, se le fanno i lettori.

>qualcuno deve aver aiutato questi dirottatori,oppure l,autore crede alla versione romantica che ci viene continuamente propinata.

Quale "versione romantica"? Secondo te, pianificare cinicamente con anni di anticipo d'imparare a pilotare un aereo al solo scopo di dirottarlo e schiantarlo con tutti i suoi passeggeri è "romantico"?

Qui non è questione di "credere" a qualcosa. Si guardano i fatti, si controllano i fatti, e si deduce di conseguenza cosa può essere successo. La fede non c'entra nulla. Questo è un errore comune: noi non _crediamo_. Noi osserviamo, ci documentiamo e facciamo deduzioni.

Se il buco al Pentagono è largo 35 metri, cosa ne deduci? Se i lampioni sono abbattuti lungo una fascia larga oltre 20 metri, cosa ne deduci? Se oltre 80 testimoni dicono di aver visto chiaramente un aereo di linea al Pentagono, cosa ne deduci? Se gli esami del DNA dicono che fra le macerie del Pentagono sono stati trovati i corpi dei passeggeri del Volo 77, cosa ne deduci? Se moltissimi altri indizi indicano che il Volo 77 si è abbattuto sul Pentagono, cosa ne deduci?

Anonimo ha detto...

si ma le deduzioni devono servire a qualcosa.comunque questi terroristi anche se addestrati di errori ne hanno fatti tanti,quindi sono stati fortunati(che l,operazione non sia stata perfetta si deduce anche da alcuni articoli pubblicati)non posso che fare il paragone con l,omicidio kennedy a dallas 1963 fu subito incolpato oswald furono trovate prove schiaccianti,e si accetto che oswald era l,unico colpevole,l,avvocato Garisson cerca di fare chiarezza non crede che oswald possa aver fatto tutto da solo ma invece di fare chiarezza l,unica cosa che ottiene e quella di essere accusato di avere simpatie comuniste,viene screditato di fronte alla opinione pubblica americana.quello di screditare una persona e un sistema molto usato negli stati uniti.nel caso dell 11 settemre e difficile pensare che gli americani possano aver concepito di autodistruggersi 2 dei piu importanti simboli del loro paese,in effetti faccio fatica a pensarlo anchio ,ma che ci siano dei coinvolgimenti compiacenti a questi dirottatori e una tesi che non si puo escludere.nessuno poteva pensare che sarebbero caduti 3 grattacieli neanche l,ingeniere piu esperto.e forse nemmeno i terroristi,ma che essi si siano mossi su una corsia preferenziale per molto tempo e un ipotesi da non scartare a priori

Anonimo ha detto...

Ciao Attivissimissimo!
Io penso che ci sia anche gente onesta, come ad esempio i familiari delle vittime che vorrebbero sapere di più sulla verità e sarebbe ora di andare verso una direzione comune.
Cercare quali sono i reali punti oscuri e scavare per sapere la verità.

Luigi

Paolo Attivissimo ha detto...

Ciao Anonimo,

non ci può essere alcuna "direzione comune" se la controparte (i cospirazionisti) è ancora ferma al palo e sostiene teorie smentite dai fatti.

Non ci può essere una direzione comune, se non ci si schioda dall'errore di dire che il buco nel Pentagono è largo "cinque metri ripeto cinque metri" o che le Torri Gemelle sono cadute a velocità di caduta libera.

Noi abbiamo da sempre una direzione ben precisa: sbugiardare le false affermazioni dei cospirazionisti che sono la base delle loro teorie e chiarire i legittimi dubbi di chi vuole capire la dinamica talvolta non intuitiva degli attentati. Tutto qui.