2015/12/14

Il ventesimo dirottatore

di Hammer

Il commando che condusse gli attentati dell'11/9 era formato da 19 terroristi suddivisi in tre gruppi di cinque persone e uno, quello che dirottò il volo United 93, composto da soli quattro uomini. Nel gruppo guidato da Ziad Jarrah mancava quindi il quinto terrorista e fin dal 2001 si sono susseguite numerose ipotesi su chi fosse nelle intenzioni originali di al-Qaeda il ventesimo dirottatore.

Negli anni le ricostruzioni giornalistiche hanno abusato dell'espressione il ventesimo dirottatore e il terrorista più famoso a cui è stato attribuito tale ruolo è Zacarias Moussaoui (foto accanto), arrestato nel Minnesota il 16 agosto del 2001 per aver violato le norme sull'immigrazione. Tuttavia Moussaoui era stato addestrato da pilota e quindi il suo ruolo non sarebbe stato quello di ventesimo dirottatore inteso come quarto muscle hijacker di United 93; al contrario era stato individuato come possibile sostituto di Ziad Jarrah nel caso in cui questi si fosse ritirato dal commando per via di malumori interni, come confermato dal 9/11 Commission Report; lo stesso Osama bin Laden, in un messaggio audio emesso il 23 maggio del 2006, smentì che Moussaoui fosse uno dei venti terroristi che avrebbero dovuto condurre gli attacchi.

Il ruolo di ventesimo dirottatore fu attribuito anche allo yemenita Ramzi Binalshibh, ma anche questi avrebbe dovuto essere uno dei possibili piloti; infatti fece richiesta per l'iscrizione a scuole di volo negli USA ma non poté entrare negli Stati Uniti perché gli fu negato il visto quattro volte (il 17 maggio, il 15 giugno, il 14 agosto e il 15 settembre del 2000, come riportato nell'atto d'accusa contro Moussaoui) per via dello scetticismo nei confronti dei cittadini yemeniti in particolare quando la richiesta veniva fatta da un altro stato (la Germania, in questo caso) come descritto di nuovo dal 9/11 Commission Report.

Trovandosi quindi nell'impossibilità di prendere parte all'attentato, Binalshibh assunse il nuovo ruolo di coordinatore tra i terroristi che erano entrati negli USA e Khalid Sheikh Mohammed e quindi neanche Binalshibh era il designato ventesimo dirottatore.

Nel 2006 al-Qaeda stessa indicò chi avrebbe dovuto essere il ventesimo dirottatore; secondo quanto riportato dalla BBC e dalla CNN l'organizzazione fondata da Osama bin Laden pubblicò un messaggio online e un video in cui sostenne che Fawaz al-Nashimi (foto accanto) sarebbe stato il quarto muscle hijacker di United 93. Tuttavia non vengono chiariti i motivi per cui al-Nashimi non prese parte agli attacchi. L'uomo è morto nel 2004 in uno scontro a fuoco con le forze saudite a Khobar a seguito di un attentato perpetrato da un gruppo legato ad al-Qaeda contro le sedi di alcune aziende petrolifere.

Il governo americano non si è mai pronunciato ufficialmente sulla credibilità di questa attribuzione e si tratta probabilmente solo di propaganda per glorificare un terrorista morto, perché gli indizi che indicano un'altra persona come il ventesimo dirottatore sono molto più solidi; infatti secondo le autorità americane il vero ventesimo dirottatore sarebbe Mohammed al-Qahtani. L'uomo, un saudita nato nel 1975 (o nel 79 secondo altre fonti), tentò di entrare negli USA all'aeroporto di Orlando il 4 agosto 2001 arrivando da Dubai dopo uno scalo a Londra, ma gli fu negato il permesso all'ingresso dall'agente José Meléndez-Pérez, che fu anche ascoltato dalla 9/11 Commission.

La testimonianza di Melendez-Pérez riporta che al-Qahtani non parlava inglese e quindi fu necessario un interprete per interrogarlo. L'agente gli chiese perché non avesse un biglietto aereo di ritorno né una prenotazione in albergo, ma al-Qahtani divenne aggressivo e puntando il dito all'agente gli disse che non sapeva ancora da quale aeroporto sarebbe ripartito dagli Stati Uniti. L'uomo aggiunse che un amico lo avrebbe raggiunto in America nel giro di tre o quattro giorni e questo amico sapeva dove si sarebbero spostati all'interno degli USA, L'agente gli chiese quanto tempo intendeva restare e quale fosse il motivo del viaggio, il terrorista rispose che sarebbe rimasto solo sei giorni per una vacanza. A quel punto fu chiaro che la sua storia non reggeva perché avrebbe dovuto aspettare il misterioso amico per circa la metà della sua permanenza negli Stati Uniti.

Melendez-Pérez gli chiese quindi dove avrebbe alloggiato e al-Qahtani (foto accanto) rispose vagamente che avrebbe alloggiato in un albergo e che un altro amico era venuto a prenderlo all'aeroporto. L'agente gli chiese il nome dell'amico che lo avrebbe prelevato e l'uomo cambiò versione dicendo che avrebbe telefonato a qualcuno affinché venisse a prenderlo, ma si rifiutò di darne il numero all'agente. Al-Qahtani si mostrò aggressivo e indisponente per tutto il colloquio, che durò circa un'ora e mezza.

Considerando che l'uomo, oltre a non saper l'inglese, aveva con sé solo 2800 dollari e nessuna carta di credito, Mendelez-Pèrez in accordo con il proprio superiore gli negò il permesso all'ingresso e lo accompagnò personalmente al gate, dove prese un volo della Virgin Airlines (la stessa con cui era arrivato) per Londra dove avrebbe preso un altro per Dubai.

Ad attendere al-Qahtani all'aeroporto di Orlando c'era Mohamed Atta. Nel libro The Black Banners l'ex agente dell'FBI Ali Soufan spiega come fu possibile verificare questa circostanza: quel giorno da un telefono a pagamento dell'aeroporto di Orlando furono effettuate cinque telefonate al terrorista saudita Mustafa al-Hawsawi con una tessera telefonica prepagata acquistata con la carta di credito di Atta; inoltre un'automobile noleggiata con la medesima carta di credito entrò nel parcheggio alle 16:30 e ne uscì alle 21:04. Il fatto che Atta si trovasse all'aeroporto di Orlando ad attendere l'arrivo di al-Qahtani è riportato anche dal documento Prisoner 63 pubblicato da WikiLeaks nell'ambito dei Guantanamo Files.

Al-Qahtani fu catturato nel dicembre del 2001 durante la battaglia di Tora Bora e poi imprigionato a Guantanamo, dove è tuttora detenuto.

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